preferisco correre

Un Po di corsa

Quando sono arrivata a Torino ho sottovalutato l’energia del fiume. Avevo camminato molte volte lungo il fiume, sui suoi ponti, ma mai corso accanto ad esso. Negli ultimi anni il fiume Po è diventato un mio grande compagno di viaggio. Mi ha accompagnata durante i miei primi esaltanti allenamenti di squadra e quando mi ammalai mi tenne compagnia durante le mie passeggiate.

Il fiume mi ha sempre regalato emozioni. Vivere e correre in una città attraversata da un fiume è un grande privilegio. Sarà per questo che mi piace la “Un Po di corsa”. Quest’anno ho partecipato per la terza volta. Ricordo ogni edizione a cui ho preso parte.

Nel 2015 avevo saputo da pochi giorni della malattia, Carlo mi propose di partecipare lo stesso alla gara nonostante il cattivo umore, la preoccupazione, la paralisi mentale che ci accompagnava in quei giorni. Siamo arrivati per mano con l’applauso degli amici, nella speranza che fosse un buon stimolo per la lotta che ci attendeva. L’anno successivo stavo facendo la terapia, pesavo pochissimo e avevo poche energie. Corsi ugualmente la “Dieci”. Ricordo che di fronte al nostro amico fotografo allargai le braccia con un unico pensiero: ringraziare tutti. Mandai la foto a mia mamma per rassicurarla e raccontarle che stavo bene, nonostante tutto.

Lo scorso anno fu diverso. Quella mattina faceva freddissimo, io avevo voglia di correre forte, anzi fortissimo. Mi sentivo bene: niente più terapia e niente più farmaci. Strinsi i denti, il terreno era ghiacciato, ma poco alla volta con il tifo dalla mia parte, accelerai fino al traguardo e lo tagliai per prima.

Questa domenica il Parco del Valentino pareva vestito a festa in una giornata di luce e di vento. Una bella atmosfera, allegra e rilassata. Corro la “Dieci” e mi godo il Parco, il tifo, gli applausi, l’arrivo nel cortile del Castello.

Stiamo costeggiando il fiume, quando una runner entusiasta dice:

– ma che bello questo percorso!

– sì,  bellissimo. Fai la “Dieci” o la “Mezza”?

– la “Mezza”. vai, Carla, ti chiami così vero? Ti ho vista a Firenze.

– davvero? dai, facciamo un pezzo insieme. Tu come ti chiami?

– Lara

E insieme proseguiamo nella corsa per qualche chilometro. Poi Lara modula la sua andatura per correre la “Mezza” e vincerla.

Il fiume nel frattempo ci sorride, divertito e curioso: conosce le follie, le fantasie, i sogni, gli incubi e le paure di tutti noi che ci avviciniamo ad esso per catturare la sua forza e la sua bellezza.

Con un po’ di corsa spesso si raddrizzano le giornate quando partono storte. Con un po’ di corsa spesso si celebrano le giornate quando portano con se buone notizie. Quando si ha voglia di chiacchierare con un amico o si vuole stare soli, quando si dialoga con i pensieri. Quando si torna a giocare per qualche ora e si prova a immaginare nuove mete. Quando si cerca l’ispirazione. Quando si cade e ci si rialza.

“Un po’ di corsa” è tutto quello che ci dà forza per guardare lontano, con gratitudine, e con il desiderio di far bene.

Un Po di corsa è un nome bellissimo per una gara.

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