preferisco correre

Genova …

“Genova per noi che stiamo in fondo alla campagna” canta Paolo Conte.

Genova per me è il porto, il mare, quel profumo di umido e di salsedine, di vicoli che raccontano di storie vissute, quel rumore di acciaio e di barche che dondolano.

Genova non mi lascia tranquilla, mi agita e mi commuove.

Genova è tutto quello che non riusciamo a raccontare perché grandi cantautori lo hanno già fatto meglio di noi. Genova è oggi soprattutto un ponte caduto e tante vite spezzate. Genova è ferita.

Da mesi Carlo ed io avevamo voglia di andare a Genova, Carlo è cresciuto lì ed io, invece, desideravo tornarci per farci un po’ pace: ci andavo per lavoro tanti anni fa e non sono mai riuscita ad amarla fino in fondo, poi ci sono tornata a vedere qualche mostra, durante gli anni in cui non stavo bene.

Genova è intensa, credo che sia facile esserne conquistati oppure sentire il bisogno di allontanarsi.

La Mezza Maratona di Genova è stata soprattutto un pretesto per trascorrere una giornata nella città che Carlo ha più nel cuore e simbolicamente essere lì, accanto a chi ha sofferto in questi ultimi mesi, scegliere la città dei genovesi per correre e per trascorrere un po’ di tempo libero.

Non immaginavo certo una grande prestazione sportiva, gli amici podisti con più esperienza mi avevano raccontato di un percorso non facile, eppure, domenica, quei 21 chilometri e 95 metri scorrono velocemente, nonostante la fatica.

Il Porto Antico fa da cornice alla partenza e all’arrivo. Un percorso che si snoda nella prima parte nel centro storico con curve, salite e discese, prosegue in direzione Boccadasse fino a raggiungere il giro di boa, cambia direzione, punta alla sopraelevata, prosegue fino alla Lanterna e ritorno. Insomma, un bell’assaggio di Genova: dal suo interno, seguendone la lunghezza, dall’alto. Un susseguirsi di metri sovrapposti proprio come lo è la città. Correre sulla sopraelevata, nonostante il vento, mi piace tantissimo. Osservare il porto, le grandi navi, lo skyline mi coinvolge come non avrei mai creduto.

Così arrivo bene, prudente nella prima parte, mi lascio andare nella seconda, corro sulla sopraelevata e mi godo il porto dall’alto. Incrocio i maratonabili che mi sostengono con il loro tifo. Meravigliosi. E alla fine conquisto un’ottima posizione e un tempo inaspettato.

Durante la premiazione ho l’onore di stare accanto a grandi professioniste, mi sento fortunata, parlo con loro e rido con loro.

Festeggio con Carlo. Passeggio nel cuore della città vecchia, in quella pancia che turba, ma che sa di vita come i suoi vicoli.

Non avrei mai immaginato di trascorrere una giornata così intensa. Genova sorride a tutti noi, nonostante sia ferita.

Forza Genova! Non mollare!

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