preferisco correre


Il fiore d’inverno

calicantus_export_2– È bella questa composizione natalizia. Brave! Ma quei rametti gialli da dove arrivano?

– Ah sì! Papà mi ha raccontato che mamma adorava questi fiori. Nel giardino della loro amica Vanda c’è una pianta di questa specie e mamma rimaneva sempre colpita dalla fioritura in pieno inverno. Così Vanda al fiorire dei primi rami ne tagliava qualcuno da regalarle. Anche quest’anno ha fatto lo stesso ed è venuta qui.

– Sì! Mi pare si chiami Calicantus, una pianta che fiorisce d’inverno.

Luca ovviamente conosce la storia e l’origine di questo fiore, io invece tornata a casa vado a leggermi qualcosa.

Chimonanthus è un genere di piante, appartenente alla famiglia delle Calycanthaceae originario dell’Asia. Il nome viene dal greco e significa fiore d’inverno con riferimenti alla fioritura invernale di questi arbusti dalle foglie perenni o caduche”. Leggo che il calicanto produce dei piccoli fiori non molto appariscenti ma profumatissimi, viene utilizzata come pianta ornamentale per decorare i giardini, anche perché fiorisce nel periodo invernale ed è quindi in grado di sopravvivere a temperature anche molto rigide. Esistono poi alcune leggende che lo riguardano e nel linguaggio dei fiori un fascio di rami di calicanto promette a chi lo riceve un’affettuosa protezione. Simboleggia forza e tenacia nelle avversità. È il fiore che non ha paura del gelo.

Che bello ricordarsi dei fiori preferiti delle persone a cui vogliamo bene! Questo fiore doveva però essere un segreto tra due amiche di sempre, io non ne sapevo nulla. Non so neppure se rappresentasse tutto questo per loro. Però so che mia mamma ha sempre amato i fiori, vedeva nei fiori caratteristiche e qualità a cui ispirarsi. Mio papà per circa cinquant’anni a metà febbraio è salito in collina alla ricerca delle prime primule da regalarle. Le primule annunciano la primavera e lei le amava per questo. Leggeva nei fiori storie e bellezza.

Il Calicanto dai fiori poco appariscenti ma profumatissimi che resiste alle basse temperature è una bella storia.

Luca ed io uscendo dal cimitero parliamo di questo fiore. Ascolto Luca con stupore e ancora una volta sorrido: è il 26 di dicembre, c’è un bel sole. Abbiamo trascorso la giornata all’aperto. Proviamo a fuggire dalle malinconie, cercando la bellezza in un picnic con la famiglia, la serenità in un bosco e la continuità in un luogo a noi caro, su una vetta al di sopra della nebbia.

Saper fiorire d’inverno con fiori profumatissimi, forse questo incuriosiva mia mamma.

Forse non sono fiori bellissimi, ma ora mi sembra di capire perché le piacessero e perché iniziano a stare simpatici anche a me: senza particolare esigenze fioriscono e profumano, profumano tanto anche nelle fredde giornate invernali. A un nostro passaggio distratto ci ricordano di alzare lo sguardo, risollevare lo spirito e proseguire il nostro cammino con fiducia. Ci inebriano con il loro profumo e ci donano forza. Fiorire d’inverno.


Un Po di corsa

Quando sono arrivata a Torino ho sottovalutato l’energia del fiume. Avevo camminato molte volte lungo il fiume, sui suoi ponti, ma mai corso accanto ad esso. Negli ultimi anni il fiume Po è diventato un mio grande compagno di viaggio. Mi ha accompagnata durante i miei primi esaltanti allenamenti di squadra e quando mi ammalai mi tenne compagnia durante le mie passeggiate.

Il fiume mi ha sempre regalato emozioni. Vivere e correre in una città attraversata da un fiume è un grande privilegio. Sarà per questo che mi piace la “Un Po di corsa”. Quest’anno ho partecipato per la terza volta. Ricordo ogni edizione a cui ho preso parte.

Nel 2015 avevo saputo da pochi giorni della malattia, Carlo mi propose di partecipare lo stesso alla gara nonostante il cattivo umore, la preoccupazione, la paralisi mentale che ci accompagnava in quei giorni. Siamo arrivati per mano con l’applauso degli amici, nella speranza che fosse un buon stimolo per la lotta che ci attendeva. L’anno successivo stavo facendo la terapia, pesavo pochissimo e avevo poche energie. Corsi ugualmente la “Dieci”. Ricordo che di fronte al nostro amico fotografo allargai le braccia con un unico pensiero: ringraziare tutti. Mandai la foto a mia mamma per rassicurarla e raccontarle che stavo bene, nonostante tutto.

Lo scorso anno fu diverso. Quella mattina faceva freddissimo, io avevo voglia di correre forte, anzi fortissimo. Mi sentivo bene: niente più terapia e niente più farmaci. Strinsi i denti, il terreno era ghiacciato, ma poco alla volta con il tifo dalla mia parte, accelerai fino al traguardo e lo tagliai per prima.

Questa domenica il Parco del Valentino pareva vestito a festa in una giornata di luce e di vento. Una bella atmosfera, allegra e rilassata. Corro la “Dieci” e mi godo il Parco, il tifo, gli applausi, l’arrivo nel cortile del Castello.

Stiamo costeggiando il fiume, quando una runner entusiasta dice:

– ma che bello questo percorso!

– sì,  bellissimo. Fai la “Dieci” o la “Mezza”?

– la “Mezza”. vai, Carla, ti chiami così vero? Ti ho vista a Firenze.

– davvero? dai, facciamo un pezzo insieme. Tu come ti chiami?

– Lara

E insieme proseguiamo nella corsa per qualche chilometro. Poi Lara modula la sua andatura per correre la “Mezza” e vincerla.

Il fiume nel frattempo ci sorride, divertito e curioso: conosce le follie, le fantasie, i sogni, gli incubi e le paure di tutti noi che ci avviciniamo ad esso per catturare la sua forza e la sua bellezza.

Con un po’ di corsa spesso si raddrizzano le giornate quando partono storte. Con un po’ di corsa spesso si celebrano le giornate quando portano con se buone notizie. Quando si ha voglia di chiacchierare con un amico o si vuole stare soli, quando si dialoga con i pensieri. Quando si torna a giocare per qualche ora e si prova a immaginare nuove mete. Quando si cerca l’ispirazione. Quando si cade e ci si rialza.

“Un po’ di corsa” è tutto quello che ci dà forza per guardare lontano, con gratitudine, e con il desiderio di far bene.

Un Po di corsa è un nome bellissimo per una gara.