Ciao Mamma,
è arrivata la primavera e tu non ci sei più. La primavera è sempre stata una stagione importante per te, molto più dell’estate che con il caldo torrido e le città che si svuotano non ti è mai piaciuta molto. In primavera tornavi allegra, piena di energia, abbandonavi l’auto e salivi sulla tua bicicletta tanto amata per stare il più possibile fuori casa, in mezzo alla gente.
Ricordo che per te il passaggio dall’inverno alla primavera era un passaggio da celebrare.
Quando eravamo piccoli ci caricavi in macchina e ci portavi appena fuori città a raccogliere le primule e a fare un picnic. Ci dicevi di guardarci attorno e ammirare i prati fioriti. Amavi i fiori. La crostata, le pizzette fatte in casa e i succhi di frutta, era questa la nostra merenda sul prato. A volte, quando eravamo quasi adolescenti, questo rito della primavera ci sembrava un po’ patetico, una perdita di tempo e credo che le ultime volte avessimo anche protestato perché non ne capivamo il senso.
Con l’arrivo della primavera quando eravamo più grandi spesso ci andavi da sola ad ammirare la fioritura, nel primo pomeriggio. Facevi una lunga passeggiata e tornavi a casa con fiori di campo raccolti durante il percorso. Tornavi allegra, con lo sguardo vivace, e sistemavi i tuoi fiori in un vaso in bella vista.
Quando mi sono ammalata la prima volta, era vicino alla Pasqua, pranzammo da Elisa e poi noi tre con il piccolo Federico andammo a passeggiare in collina. Tu continuamente ci facevi notare alberi in fiore e ti fermavi a raccogliere margherite. Quella passeggiata, per te ed Elisa fu simile a tante altre, per me fu motivo di ispirazione per non scoraggiarmi, per provare ad avere una visione positiva e colorata del mio futuro. Un prato fiorito, dopo un clima rigido. Quella passeggiata mi diede speranza.
Oggi è arrivata la primavera e io non riesco a essere allegra. Mi manchi, e osservare i ciliegi in fiore e i prati di margherite mi provoca dolore. Eppure so che non è quello che vorresti tu, proprio quei picnic in collina e la raccolta delle primule erano il tuo tentativo di regalarci un po’ di serenità, di trasformare la durezza dell’inverno nella dolcezza della primavera, anche nei nostri cuori. Di insegnarci a essere grati alla vita, rispettandola e celebrandola nelle sue diverse stagioni.
Ti regalerò i fiori più belli e preparerò un bel picnic.
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