preferisco correre


A perdifiato sul prato

credits: Marco Prina

– Carla, fai il cross della Pellerina domenica?

– Sì, sì … mi piace quel cross!

Sul cross della Pellerina ho già scritto lo scorso anno raccontando perché sono così affezionata a quella gara, che cosa rappresenta per me e la gioia che provo nel correrla ogni anno.

Anche quest’anno è stata un’occasione bellissima di sport e di amicizia. Una prova difficile, come lo sono i cross, affrontata da tutti gli atleti al meglio delle proprie possibilità.

Molti runner non amano i cross, forse li temono, e magari non hanno tutti i torti. I cross si corrono sui prati, con andature ben più veloci a quelle a cui siamo abituati, con temperature basse e climi incerti, non serve guardare il garmin, piuttosto saper appoggiare bene i piedi e cercare di inseguire quello davanti a noi.

È uno sforzo muscolare notevole, quello che si attiva correndoli. Forse non adatto a tutti. Si è notati dai compagni di squadra, perché il percorso è ben visibile e le partenze sono suddivise per categorie. Questo significa che si ha molto tifo, ma che il pubblico è lì, vicino a te: ti parla, ti incita, ti osserva.

Credo che la regola sia correrli a perdifiato, più forte che si può, cercando di superare più avversari possibili, facendo un po’ di strategia, se è necessario.

Il cross è destabilizzante per i runner poco esperti, può trasformarsi in una bellissima esperienza oppure in un piccolo incubo. Non si hanno parametri di riferimento, le poche certezze sono legate alla distanza. Il terreno può essere invece fangoso, ghiacciato, pianeggiante o in pendenza. I più fortunati hanno ricordi di gioventù legati a questa gara, perché spesso le scuole la inseriscono nel programma di educazione fisica.

Per tutti è vedere quello che capita e soprattutto divertirsi. Provare a essere grintosi per qualche chilometro, Sentirsi un po’ fuori controllo. Trascorrere qualche ora all’aria aperta. Giocare con un percorso fatto di curve a gomito, salite e discese, sperando di non farsi male. Tornare quei ragazzi della scuola media per un giorno, ovviamente prendendo più freddo e correndo più piano.

Poi ci sono gli atleti più esperti ed è probabile che le loro motivazioni siamo ancora diverse.

Non so se i cross fanno davvero bene ai runner, oppure no. Quello che mi sembra di capire è che per chi corre è un’altra opportunità per trovare stimoli e concedersi delle piccole pazzie, compresa quella di correre su un prato, per alcuni giri, con delle scarpe che non indossiamo mai durante l’anno, le scarpe chiodate. Provare a far bene e raccogliere il tifo del pubblico.

Non avere tempo di pensare a nulla: solo correre all’inseguimento su un circuito definito da fettucce e paletti. La partenza è sempre affascinante, si parte forte, a volte troppo, ma fa parte del gioco: spesso vince l’istinto in quei primi metri ed è bello così. Poi si recupera, si rallenta, si cerca la concentrazione durante il percorso e verso il finale qualcuno prova ancora a cambiare passo, testando la propria grinta.

Sentirsi un po’ folli per un giorno insieme a molti altri.

– Come è andata? Faceva freddo?

– Solo al mattino presto, poi si stava bene.

– Sì, certo.

E sento Carlo che ride al telefono.