
È passato un anno e mezzo da quel tragico venerdì in cui mi consegnarono il referto dell’istologico, avevo rimosso un neo sospetto quasi come fosse routine, invece quel giorno il mondo mi crollò addosso. Tre operazioni chirurgiche, tac, risonanze, pet, ecografie e poi 14 lunghissimi mesi di terapia con interferone.
Non dimenticherò mai gli sguardi bassi dei medici, i silenzi assordanti durante la lettura dei referti, le attese cariche di angoscia e tutti quelli che hanno lottato fino all'ultimo.
Si va avanti, si cerca un punto lontano che fa un po' di luce e si avanza con l'aiuto degli amici e della famiglia.
Questo racconto è dedicato a loro, alle persone che mi sono state accanto e a tutte quelle che hanno corso con me prendendomi per mano.
La corsa mi fa sentire viva, torno a essere quella bambina che di fronte a un sentiero non riusciva a camminare. È il mio modo faticoso per celebrare ogni giornata. Poco importa se è la cosa giusta. A volte mi fa star male, ma va bene così.
Oggi mi sento molto stanca, direi stanchissima. Provo a correre ma escono fuori contratture e infiammazioni articolari e muscolari di ogni genere.
È il momento di rallentare e di sorridere, tanto.