Nelle scorse settimane ho corso per due domeniche consecutive.
Sono tornata a Napoli a correre la mezza maratona, una mezza che amerò sempre per le enormi emozioni che riesce a regalarmi ogni anno. Che mi piace correre per il percorso meraviglioso, per la presenza del mare. Per Napoli, una città a cui sono ormai affezionata. Per i napoletani che accolgono i runner come star, per la cucina che diventa il vero premio al termine della gara, per i numerosi caffè che si prendono prima e dopo aver corso. E poi ancora per il Vesuvio, la pizza e le sfogliatelle, per il Cristo Velato (che mi emoziona ogni volta) per le vie del centro storico e per quel meraviglioso golfo che ti abbraccia lungo il percorso e durante le passeggiate.
Lo scorso anno ho avuto l’onore di salire sul podio come prima atleta italiana, quest’anno ho migliorato il mio personale di qualche minuto, senza aver pianificato nulla, anzi con una giornata di vigilia vissuta con un po’ di rassegnazione rispetto alla gara per il forte vento che ha caratterizzato quelle giornate. Eppure ancora una volta la mezza di Napoli ha saputo sorprendermi, anche con il suo vento che, se nella prima parte è stato un vero ostacolo, nella seconda ha aiutato tutti noi a raggiungere il traguardo con un po’ di spinta.
Siamo stati stregati da un’allegria contagiosa che ha reso questa trasferta davvero divertente. L’evento sportivo ha coinvolto l’intera città che si è fermata a applaudirci con un po’ di stupore: noi contro vento, quasi tutti troppo vestiti rispetto alla temperatura, un po’ goffi nello stile, all’inseguimento di atleti fortissimi, eleganti nella corsa e veloci come gazzelle. Siamo riusciti a vederli da vicino, lungo i chilometri a doppio senso di marcia. È stato emozionante e divertente. È stato bello.
Lo slogan della Mezza di Napoli è “All runners are beautiful”. Forse siamo tutti belli perché in quel momento abbiamo scelto di fare qualcosa per noi, qualcosa che ci piace e che ci diverte. E anche se non sorridiamo sempre, sorridono i nostri occhi, fieri di aver deciso di partecipare. E se poi non va come ci siamo immaginati, sorridiamo qualche ora dopo perché è solo una corsa e poi ce ne sarà un’altra. Per qualcuno tutto questo ha il sapore affascinante della competizione mentre per qualcun altro ha solo quello del divertimento, e dello star bene. Se poi la bellezza dei luoghi si mescola con l’impegno, la fatica, il divertimento, la gioia di chi corre, si sente aria di magia.
Alla IX miglia di Bra, gara storica di altissimo livello, i sorrisi non sono mancati e neppure l’atmosfera di una festa dello sport. Una gara su una distanza inconsueta in mezzo alla campagna con le montagne che fanno da sfondo, uno scenario opposto a quello di Napoli, ugualmente affascinante e accogliente. Una gara con la partecipazione di atleti fortissimi, dall’organizzazione impeccabile. Una gara dal sapore buono.
Ci siamo divertiti moltissimo anche lì, in una bella giornata di sole. Su quel percorso si corre con la consapevolezza di aver scelto una gara dalla storia importante. Non ho incrociato i campioni, ma i tempi hanno parlato per loro. E credo che la loro corsa sia stata un vero spettacolo.
All’arrivo ho tifato per gli amici agli ultimi metri della loro gara. Li ho trovati, in effetti, tutti belli: con i loro capelli arruffati, il sudore ovunque, le facce stanche, il gesto non sempre atletico, lo sguardo un po’ annebbiato. Qualcuno è arrivato per mano, qualcun altro ha allungato il passo appena ha appoggiato i piedi sul tappeto, c’è chi non ha sentito il tifo per eccesso di impegno e chi ha gioito platealmente per aver superato il traguardo.
Non ho visto “brutti” o forse non li ho voluti vedere. In fondo, l’unica cosa che ricerco in queste situazioni è quel qualcosa di buono che si avverte anche da fuori: l’impegno, il rispetto, la passione, il talento (per chi ha la fortuna di averlo), l’entusiasmo, la gioia, l’amicizia, il cuore. E allora succede che anche il più stanco e sudato ti paia bello, anzi bellissimo.
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