preferisco correre

Spostare lo sguardo

Gennaio 2016. Il giorno di Capodanno un mio amico in viaggio in Argentina mi spedisce alcune foto bellissime. Sa che non sto bene e prova a guarirmi inviandomi scatti di bellezza. Le sue foto mi piacciono tanto. Ho sempre l’impressione che riesca a cogliere un’atmosfera, un sentimento, una sfumatura che a me sarebbero sfuggiti. Forse la magia della fotografia ha a che fare con questo.

Lui non è fotografo professionista, eppure seguire il suo sguardo mi incuriosisce, mi appassiona come se fossi alla ricerca di un segreto.

A poche settimane dalla prima operazione Carlo prenota i biglietti per una mostra a Genova a Palazzo Ducale. Prima della mostra abbiamo il tempo di fare una visita a Boccadasse, il villaggio di pescatori affacciato sul mare a pochi chilometri dal centro di Genova. È una giornata bellissima, la luce e i colori sono quelli di una tipica giornata invernale.

Lungo la passeggiata mi fermo a guardare la spiaggia con gli stabilimenti chiusi. Le cabine sono verniciate di rosso e di bianco. Un’immagine malinconica e positiva al tempo stesso. Immagino la spiaggia in estate, conquistata dai bagnanti con ombrelloni, asciugamani ed enormi borse colorate. Torno con lo sguardo verso gli spazi vuoti di un pomeriggio d’inverno al mare, chiudo gli occhi e rimango in silenzio.

Ancora oggi mi chiedo come il mio amico viaggiatore avrebbe potuto fissare con uno scatto tutto ciò che ho visto in direzione del mare quel giorno a Boccadasse. Sono certa che avrebbe visto cose diverse, altri colori, altri dettagli.

Quel giorno nel mio sguardo mancava un po’ di luce eppure fermarmi davanti ai grandi capolavori della pittura e poi poter trovare ristoro in un angolo di bellezza sul mare in qualche modo rese il mio respiro più regolare.

La bellezza credo vada sempre cercata.

Se siamo fortunati ci si presenta all’improvviso togliendoci il fiato come il sorriso di un bambino, a volte si nasconde e aspetta di essere trovata. Non importa se è diversa per ognuno di noi. Vale la pena cercarla, spostare lo sguardo e farsi sorprendere, giocare con lei fino a farne parte, farsi ispirare per immaginare nuove storie. Sentirsi intimoriti ed esclusi e poi provare a entrarci dentro con un salto coraggioso. Lei è nostra complice, sempre.

Mi è capitato tante volte, in quest’ultimo anno di non riuscire a vederla, di non cercarla, di essere arrabbiata con lei ma la bellezza sa aspettare con pazienza e prima o poi torna a trovarci. Lo sguardo si sposta di poco, i nostri occhi le sorridono e si ha voglia di afferrarla anche solo in uno scatto.

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