Roma è sempre una sorpresa. Ti fa arrabbiare e contemporaneamente innamorare ogni volta.
Quest’anno si è tenuta la prima edizione della Mezza Maratona in notturna, con partenza e arrivo in piazza del Popolo. Un’occasione per visitare la Città Eterna e partecipare a un grande evento sportivo. Il percorso è di grande fascino, si snoda tra i principali monumenti della città e ti toglie il fiato per la sua bellezza.
L’attesa della partenza è divertente, osservo le tante squadre sportive provenienti da tutte le regioni. Sembrano in gita scolastica: fanno foto e ridono per poco. Ho visto anche un podista mangiare con gusto un grande gelato prima della gara.
Indossano le maglie delle loro società: maglie in acrilico con la scritta degli sponsor sulla schiena: Macelleria Piero, Studio fisioterapico Roma Sud, Carrozzeria Ciro & figli, Auto Ricambi Michele, Centro Estetico Rita, pochi con uno sponsor importante. Poi ci sono le scritte non commerciali: corriamo per ridere, lenti ma non troppo, non belli ma forti e infine quelle legate ai progetti di solidarietà.
Tante tribù, dalla provincia alla città, dall’Italia al resto del mondo che si ritrovano in una storica piazza per condividere una passione e un’esperienza.
Ho come l’impressione che escludendo una percentuale minima di partecipanti che corre spinto da uno spirito agonistico, gli altri riscoprono il desiderio di giocare per una sera, di appartenere a un gruppo e di godersi una serata estiva.
La gara è durissima, molto caldo e tante salite. Forse non è saggio soffrire perdendosi la magia della serata. Siamo a Roma e ovunque sposti lo sguardo arte e storia ti coccolano. In realtà non solo loro: il popolo dei runner questa volta sembra mettercela tutta per stare stretto stretto e non lasciare indietro nessuno:
– chi vuole acqua?
– tieni la spugna
– occhio che se cade
– ce stanno le buche
e poi quel ricorrente Daje! Daje! Daje! che per tutto il percorso viene urlato dai partecipanti e dal pubblico.
È un incoraggiamento simpatico che a volte sembra esprimere non troppa convinzione verso l’impresa che si sostiene. Un’esortazione per fare un tentativo, per provarci.
Anche la piccola tribù di torinesi ci prova. All’arrivo siamo stremati dal caldo. Ci togliamo le scarpe e le maglie, ci sediamo a terra sul suolo ancora rovente e aspettiamo di riacquistare le forze per prendere l’autobus. Siamo stanchi ma Roma ha ancora molto da regalarci. Ci diamo appuntamento per pranzo.
Per una sera al grido di Daje! si conquista Roma, che sia la Carozzeria Ciro a superare tutti o il negozio di scarpe di Pescara cambia poco. Qualche volta abbiamo solo bisogno di ridere, di ridere molto.
Anche il Colosseo credo abbia riso guardandoci passare con i calzoncini corti e le canottiere sudate lungo Via dei Fori Imperiali, qualcuno lo ha salutato con la mano e io sono quasi certa di aver sentito un Daje proveniente da quella direzione.
È stato un gioco bellissimo.