preferisco correre

Abbracci

Una delle cose che mi piacciono della corsa e in generale dello sport sono gli abbracci.

Ci si abbraccia per salutarsi, in chiusura di un allenamento, all’arrivo di una gara e talvolta anche alla partenza.

All’inizio, disabituata da tempo agli abbracci trovavo la cosa persino un po’ bizzarra. Ho imparato presto a abbracciare anch’io con entusiasmo e disinvoltura. In qualche caso ho anticipato l’abbraccio.

In questo ultimo anno ho ricevuto molti abbracci: sinceri, forti, nervosi, timidi, lunghi, brevi, intensi, deboli, discreti, coraggiosi.

Ho pensato agli abbracci più belli dell’anno, sono davvero tanti.

Ricordo quello delle amiche più care, l’abbraccio di un’amicizia che resiste anche nei momenti di grande difficoltà. L’abbraccio silenzioso che spesso ha una voce così profonda e intensa da commuoverti.

Ricordo gli abbracci di gioia, che belli quelli di gioia! Gli abbracci di Carlo dopo gli istologici. Dopo le buone e cattive notizie.

L’abbraccio del nostro insostituibile amico chirurgo, dopo la prima TAC. L’enorme e rassicurante grande abbraccio del gruppo del Valentino.

Mi è capitato di sentirmi abbracciata anche dal fiume, il nostro fiume Po.

Anche il fiume mi ha tenuto compagnia. Gli camminavo a fianco con un drenaggio piantato nella schiena e lo osservavo nelle sue sfumature di colore che cambiavano durante la giornata. Sentivo lo scorrere dell’acqua e della sua energia e credevo di sentirmi meglio.

Ho sempre rivolto lo sguardo verso l’acqua durante le lunghe passeggiate. Non so per quale ragione, credo per rimanere concentrata sulla sua forza.

Ricordo un abbraccio dato a un amico. Durante un allenamento, ci siamo fermati e abbracciati in silenzio, poi abbiamo ripreso a correre. Oggi sento quell’amico tutti i giorni. È ormai un nostro rituale stare al telefono anche solo pochi minuti per ricordarci che insieme è tutto più facile e che la malattia non può trasformarsi in un tabù.

Provare a mescolarsi con lo scorrere della vita, anche quando la vita sembra averti girato le spalle, rimane un’opportunità da non perdere.

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